Leonardo Bonetti (Roma, 1963), laurea in lettere con una tesi sulla metrica della Scapigliatura, ha pubblicato per importanti riviste letterarie e cinematografiche tra cui “Il Caffè illustrato”, “L’Illuminista”, “451 Via della Letteratura della Scienza e dell’Arte”, “l’immaginazione”, “ET Cinematografica”, “La Gru”, “Rifrazioni”.
Dopo essere stato fondatore di uno dei gruppi storici dell’underground italiano, gli Arpia, nati nel 1984 e ancora attivi e, in veste di compositore e musicista aver pubblicato i seguenti lavori:
“de lusioni” (1986)
“Resurrezione e Metamorfosi” (1988)
“Bianco Zero” (1990)
“Idolo e Crine” (1992)
“Liberazione” (1995)
“Terramare” (2006)
“Racconto d’inverno” (2009)
Ha esordito nella narrativa con il romanzo “Racconto d’inverno” (Marietti 2009) che ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il Premio Nabokov 2009.
L’anno seguente, con “Racconto di primavera”, sempre per Marietti, si è quindi aggiudicato il Premio Carver 2010.
Due anni dopo, oltre a pubblicare “A libro chiuso”, volume di meditazioni a margine in prosa poetica che ha vinto la XXVI edizione del Premio Lorenzo Montano, ha dato alle stampe sempre per Marietti il terzo romanzo della quadrilogia delle stagioni: “Racconto d’estate”, finalista al Premio Celano 2013.
Del 2013, quindi, è il romanzo “Una storia immortale”, seguito nel 2015 dal volume di racconti “La quercia nella fortezza” e dal romanzo “Una relazione pericolosa”
Del 2016, inoltre, dopo aver realizzato un mediometraggio dal titolo “Donina, un ritorno”, è il suo primo film lungometraggio “Un amore rubato”.
Terminate le riprese di un nuovo progetto cinematografico, è in attesa dell’uscita del film “Rebeniza, l’ombra del Maestro”
L’ultimo romanzo pubblicato è “L’isola che non c’era”, Il ramo e la foglia edizioni (2021).
Sito ufficiale: www.leonardobonetti.it
Rassegna stampa
«Uno sbandato che fugge, una casa abbandonata, un antico bosco di faggi, una guerra civile tra le montagne: opera d’esordio un po’ gotica, un po’ filosofica, un po’ romanzo d’avventura»
Annalisa Usai, La Repubblica, 2 gennaio 2010
«Un affascinante prisma allegorico le cui facce, illuminate ad intermittenza, portano impressi i nomi di fiducia, fede, sete di conoscenza, speranza, desiderio, amore»
Guido Gambacorta, Pulp Libri, n. 79, maggio/giugno 2009
«Uno stile particolare, una prosa raffinata e poetica, un’inversione di marcia netta nello scenario culturale italiano»
Fabrizio Oddi, Il Sole 24 Ore, 13 dicembre 2009
«Un romanzo che è come una Pietà di vetro, barbagliante, accecante,
che pretende tutto»
Davide Brullo, Il Domenicale, 28 marzo 2009
«Pagina dopo pagina si è trascinati in una atmosfera gotica,
claustrofobica, con una maestria enorme. Racconto d’inverno è uno dei migliori romanzi che abbia letto negli ultimi mesi. Un must per gli appassionati dell’horror filosofico»
Andrea Marrone, Vero, 8 agosto 2009
«Affascina la prosa densa, ricca di una fantasmagoria di suoni, di parole, uguale e varia… Fra tanti scrittori acerbi e non che usano la lingua come fosse uno strumento frusto da asservire a vicende intriganti e rocambolesche, oppure scarsi termini limitati e scarni, Leonardo Bonetti dà prova di una competenza linguistica che non può non colpire»
Lidia Are Caverni, La Clessidra, anno XV, n. 2, dicembre 2009
«Un romanzo d’avventura che è anche un poema in prosa»
Giuseppe Marchetti Tricamo, Leggere Tutti, 17 luglio 2009
«Nell’amore per Gaia, un amore appassionato, ma mal corrisposto, sbilanciato, reso straziante dalla gelosia e da una voglia di possesso continuamente disattesa, il protagonista si misura con l’incompiutezza del suo vivere, con la sottrazione di affetti e presenze, che ha segnato e continua a farlo, il suo percorso di vita»
Antonio Luccarini, Il Messaggero, 23 novembre 2010
«L’universo giovanile è rappresentato da costanti crisi di identità, che l’autore riesce a descrivere, con mirabile attenzione emotiva rafforzando e confermando le sue doti narrative»
Katia Ciarrocchi, Libero Libro, 20 novembre 2010
«Racconto di primavera, un romanzo terribilmente bello e difficile»
Fabio De Giorgi, Rosa Selvaggia, 20 agosto 2011
«Racconto di primavera, narrato col cuore, prima che con la mente, direttamente al cuore del lettore»
Giuliano Brenna, LaRecherche.it, 22 marzo 2011
«Sul metro di una ritrovata e rinnovata attenzione alla costruzione sintattica forte, che non rinuncia a un periodare più disteso e, al tempo stesso, pieno di movenze musicali, ritmicamente variegate, “Racconto di primavera” diventa uno degli episodi più rilevanti della letteratura dell’ultimo decennio»
Donatella De Angelis, Solo Libri, 1 febbraio 2011
«Bildungsroman d’epoca moderna, Racconto di Primavera è sì un romanzo di formazione ma del tutto singolare: non è l’ambiente a forgiare il carattere del protagonista, ma lui stesso a dare ogni volta forma a ciò che lo circonda, anche quando la guerra e la desolazione cercano di cancellare la speranza»
Greta Mariani, Il Nuovo Torrazzo, 28 gennaio 2011
«Bonetti mostra il profilo più maturo della propria scrittura là dove evoca atmosfere sfuggevoli in scenari atemporali, e ciò che ci resta di Racconto di primavera non sono tanto la sua trama, le sue notazioni minuziose, i suoi dialoghi articolati, i suoi fitti monologhi interiori, quanto la dolce ambiguità delle sue figure femminili e quel senso incombente di inevitabile perdita che accompagna la sconsolata gelosia dell’io narrante»
Guido Gambacorta, Pulp Libri, gennaio 2011
«La scrittura di Bonetti crea una serie di figurazioni che alla fine conducono al centro, al punto di attrazione: l’immagine o il sentimento dominante. Una specie di evoluzione che si gonfia per poi mettere a nudo il contenuto. Una particolarità di Bonetti.
Le descrizioni dei personaggi, soprattutto quelle di Mira, di Titti, di Ghiga e di Gaia (descrizioni al femminile, dunque) sono sempre rapide e intense, tali da trasformarsi subito in tracce dell’anima»
Bartolomeo di Monaco, Letture sparse tra vecchio e nuovo, vol. II, Marco Valerio Editore, 2011
«La domanda cruciale che si pone “A libro chiuso” è che cosa accade quando la parola da pronunciare appare impronunciabile»
Luigi Fabio Mastropietro, La Gru, 21 maggio 2012
«C’è in Bonetti qualcosa di profondamente esistenziale, il tormento squisitamente poetico – e per questo inesauribile – del mistero dell’essere»
Edoardo Olmi, Code di Pavone, 13 maggio 2012
«I romanzi di Bonetti, apparentemente indefiniti in senso ‘realistico’, finiscono sempre con l’essere terribilmente realistici e suscitatori di interrogativi profondi»
Raffaele Grisolia, 31 ottobre 2012
«Racconto d’estate è un romanzo che non lascia indifferenti, dotato di una sua magnetica forza visionaria»
Guido Gambacorta, Pulp Libri, n. 99, settembre/ottobre 2012
«Con questo romanzo, Leonardo Bonetti si conferma una delle voci emergenti più interessanti del panorama italiano»
Davide Brigo, 18 luglio 2012
«L’abilità dell’autore sta nel non scivolare mai nella volgarità, o nel facile calembour da cabaret, invece riesce a dare vita ad un linguaggio colorito e singolare, apparentemente da strapaese in certe affermazioni del parlato, ma leggero ed aulico nella sua costruzione, preciso ed incalzante in ogni suo punto, lasciando al lettore la sensazione di una grande naturalezza, pur nel suo essere sempre perfettamente misurato, costruito con eleganza ed erudizione, e senza cader mai nel banale o nel già visto. E direi che non è poco, soprattutto perché Bonetti, sceglie una sua via, crea un suo linguaggio»
Giuliano Brenna, LaRecherche.it, 1 febbraio 2013
«Leonardo Bonetti traccia in modo mirabile il dettato impartito dal libro in un testo lontano dal rumore del mondo»
Lidia Are Caverni, La Clessidra, anno XIX, n. 2, dicembre 2013
«piccole gemme di pensiero unite fra loro da un filo invisibile»
Fabio Degiorgi, Rosa Selvaggia, 8 febbraio 2013
«una raccolta di meditazioni in cui si avverte una mirabile perfezione di rappresentazione»
Francesco Sasso, Retroguardia 2.0, 12 gennaio 2013
«un libro sublime e rétro che fa volutamente il verso a Tommaso Landolfi (autore del micidiale Racconto d’autunno), cita Stalker di Andrej Tarkovskij e ha un incipit di squillante bellezza, «Ora non so più. O forse non l’ho mai saputo. Non so perché o da quanto, da chi e per quali fini». Il romanzo, proprio per la sua scrittura screziata e fuori tempo, squarcia il mondo piccolo-borghese della critica letteraria: è tra i dieci libri dell’anno per Il Sole 24 Ore, preferito a Roberto Saviano, Margaret Mazzantini e Millennium di Stieg Larsson»
Davide Brullo, Il Giornale, 13 luglio 2014
«una scrittura che chiede indugio perché tesa e insieme visiva, con un legame forte tra gesto del personaggio e sua interiorità»
Antonio Prete, l’immaginazione, marzo-aprile 2014
«è il linguaggio quello che subito riesce ad imporsi all’attenzione del lettore, proprio per l’adozione, da parte dell’autore, di una scrittura originale, densa di immagini mirabolanti ed incisive e soprattutto fortemente ritmata»
Antonio Luccarini, Il Messaggero, 18 febbraio 2014
«Tutto è naturale, imprevedibile quanto basta; a tratti crudo quasi da togliere il fiato, ma con discrezione e rispetto per le scene apparentemente più cruente. È l’immaginazione ad essere protagonista di questo incantevole rapporto tra autore e lettore»
Lidia Ianuario, Motor & Fashion, 22 maggio 2014
«Un libro emozionante e appassionante, un thriller impregnato di filosofia»
Monica Menna, LeggereTutti, n. 84, gennaio/febbraio 2014
«Molte descrizioni, siano di sensazioni o di situazioni, hanno pennellate inconsuete, le analogie si susseguono con toni inusuali, sorprendenti. La scrittura segue una sua visione, è ricca e variegata.
Leonardo Bonetti è a mio avviso una delle voci più singolari, autentiche e coraggiose del panorama letterario italiano dei nostri giorni»
Giuliano Brenna, LaRecherche.it, 2 gennaio 2015
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