Libri » Dall’Etere di Aristotele al campo gravitazionale di Einstein
Autore:
Luciano Siviglia
Collana: Saggi | n. 5
Genere: Saggio
Lingua: italiano
Formato: copertina flessibile
Dimensioni: 140x210 mm
Anno di edizione: 2024
pp. 240
ISBN: 9791280223371
15,20 €
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La lunga storia dello spazio pieno
La millenaria storia dell’Etere è semplicemente travolgente. Da Omero fino ad Einstein, la strada percorsa da questo modello scientifico è colma di correzioni, ripensamenti e rifiuti. Tra fasto e rovina, attributi divini ed equazioni matematiche, ciò che non è mai venuto meno è il latente legame con una tendenza, culturale e scientifica, che ha spinto l’uomo d’ogni epoca a una decisa riluttanza nei confronti del vuoto. All’Etere, infatti, sono state attribuite le più disparate proprietà, da scuole di pensiero diverse in tempi differenti, ma esso ha sempre e comunque ricoperto almeno il ruolo di plenum, ovvero di quella peculiare sostanza atta a riempire lo spazio che, altrimenti, sarebbe rimasto intollerabilmente vuoto.
La pienezza dello spazio è stata ininterrottamente intrecciata al concetto di Etere fino alla genesi dell’entità fisica denominata campo: Aristotele ed Einstein sono le due pietre miliari di questo meraviglioso viaggio.
*
«È da poco giorno. Gli Achei affilano le loro lance, lucidano gli scudi e preparano carri e cavalli. Timore e una specie di ebbrezza aleggiano tra i guerrieri: da lì a poche ore saranno in battaglia. Alcuni mangiano per rifocillarsi, pochi di loro riposano, i più pregano. Tra questi Agamennone, che immolato un bue e riuniti i comandanti, invoca la protezione di “Zeus gloriosissimo, abitatore dell’etere”. È questa la prima occorrenza, nella letteratura occidentale a noi nota, del lemma greco αἰθήρ, aither, etere.»
** In copertina: Andreas Cellarius, Harmonia Macrocosmica, Amsterdam: s.n., 1660 – Tavola 2: Scenographia systematis mvndani Ptolemaici (Panoramica della cosmografia di Tolomeo); parte della «Rex Nan Kivell collection of maps», MAP NK 10241, National Library of Australia.
La tavola è una mirabile rappresentazione secentesca dell’Universo immaginato da Aristotele e difeso da Tolomeo. Pubblicata per la prima volta da Johannes van Loon, nella carta celeste si può ravvisare la Terra al centro del cosmo, il Sole e i vari pianeti intorno, infissi nei rispettivi cerchi concentrici, e la singolare presenza della fascia dello zodiaco.
*
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La millenaria storia dell’Etere è semplicemente travolgente. Da Omero fino ad Einstein, la strada percorsa da questo modello scientifico è colma di correzioni, ripensamenti e rifiuti. Tra fasto e rovina, attributi divini ed equazioni matematiche, ciò che non è mai venuto meno è il latente legame con una tendenza, culturale e scientifica, che ha spinto l’uomo d’ogni epoca a una decisa riluttanza nei confronti del vuoto. All’Etere, infatti, sono state attribuite le più disparate proprietà, da scuole di pensiero diverse in tempi differenti, ma esso ha sempre e comunque ricoperto almeno il ruolo di plenum, ovvero di quella peculiare sostanza atta a riempire lo spazio che, altrimenti, sarebbe rimasto intollerabilmente vuoto.
La pienezza dello spazio è stata ininterrottamente intrecciata al concetto di Etere fino alla genesi dell’entità fisica denominata campo: Aristotele ed Einstein sono le due pietre miliari di questo meraviglioso viaggio.
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«È da poco giorno. Gli Achei affilano le loro lance, lucidano gli scudi e preparano carri e cavalli. Timore e una specie di ebbrezza aleggiano tra i guerrieri: da lì a poche ore saranno in battaglia. Alcuni mangiano per rifocillarsi, pochi di loro riposano, i più pregano. Tra questi Agamennone, che immolato un bue e riuniti i comandanti, invoca la protezione di “Zeus gloriosissimo, abitatore dell’etere”. È questa la prima occorrenza, nella letteratura occidentale a noi nota, del lemma greco αἰθήρ, aither, etere.»
** In copertina: Andreas Cellarius, Harmonia Macrocosmica, Amsterdam: s.n., 1660 – Tavola 2: Scenographia systematis mvndani Ptolemaici (Panoramica della cosmografia di Tolomeo); parte della «Rex Nan Kivell collection of maps», MAP NK 10241, National Library of Australia.
La tavola è una mirabile rappresentazione secentesca dell’Universo immaginato da Aristotele e difeso da Tolomeo. Pubblicata per la prima volta da Johannes van Loon, nella carta celeste si può ravvisare la Terra al centro del cosmo, il Sole e i vari pianeti intorno, infissi nei rispettivi cerchi concentrici, e la singolare presenza della fascia dello zodiaco.
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