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Libri » È un demonio, quel Proust!

Autore: Armando Santarelli
Collana: Saggi | n. 3

Genere: Saggio
Lingua: italiano
Formato: copertina flessibile
Dimensioni: 140x210 mm
Anno di edizione: 2022
pp. 184

ISBN: 9791280223265

15,20 €
16,00 € -5%
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Copertina: Marcel Proust a ventuno anni (1892) fotografia di Paul Nadar, da Wikimedia Commons

Copertina: Marcel Proust a ventuno anni (1892) fotografia di Paul Nadar, da Wikimedia Commons

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L’infanzia e la giovinezza del più grande romanziere del Novecento

«Sono affetto da molto tempo da una malattia, una strana malattia […] si chiama proustite, ed è ormai in uno stato cronico, perché da circa cinquant’anni non smetto di leggere o rileggere tutto ciò che riguarda la persona che mi ha contagiato, e che risponde al nome di Marcel Proust.
Sul romanziere francese si sono scritte montagne di libri in tutte le lingue del mondo; la sua importanza nella letteratura è tale che non c’è grande scrittore o critico che non si sia misurato in qualche modo con l’opera proustiana.
Tuttavia, nella consapevolezza di poter aggiungere poco o niente alla sterminata produzione critica e biografica esistente, si può almeno sperare di avvicinare a Proust i lettori che non lo conoscono o che vogliono sapere di più di colui che è considerato da molti il più grande romanziere del Novecento. [...] In particolare, è all’infanzia e alla giovinezza di Proust che mi sono dedicato, nella consapevolezza che quel tempo retrospettivo, illuminato dalla doppia luce della memoria volontaria e della memoria involontaria, andrà a costituire il magico lievito della sua produzione letteraria.» dall’Introduzione dell’Autore

*

«Dreyfus precisa che Proust poteva parlare appassionatamente di Racine, Hugo, Musset, Lamartine, Baudelaire e Leconte de Lisle… Non sempre, però, gli andava bene. Un giorno, sull’omnibus a cavalli che da Auteuil arrivava alla Madeleine, un’intima amica di sua madre, Mme Marie-Marguerite Bertin, moglie di Anatole Catusse, lo apostrofò con queste parole: “Ma avete intenzione di parlare così per tutto il giorno?” Proust ricordava l’episodio, per filo e per segno, ancora trent’anni dopo.»

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Proponiamo il commento di Gennaro Oliviero, Presidente dell’Associazione Amici di Proust, al libro di Armando Santarelli:

Non si può che apprezzare la dichiarazione di umiltà che leggiamo nell’Introduzione di È un demonio, quel Proust! Siamo dinanzi a uno scrittore che parla onestamente dei propri debiti verso l’esegesi proustiana e al contempo si impegna in un lavoro biografico che non cede mai all’approssimazione; è impossibile leggere distrattamente le pagine di questo saggio, scritte con una chiarezza esemplare e piene di vitalità e brio.
Certo, la cornucopia della straordinaria personalità di Proust è qui riempita esattamente alla metà, perché il saggio prende in considerazione i primi 25 anni della vita dello scrittore; ma è innegabile che il nettare che “l’ape bottinatrice” riversò nell’immensa arnia della Recherche venne accumulato prima della decisione di darsi anima e corpo al suo capolavoro.
Il libro compendia ciò che di rilevante è occorso nella vita del giovane Proust, le componenti che hanno formato la sua personalità complessa e affascinante. Ne risulta un individuo proteiforme, che da un lato è come un libro aperto, dove tutti possono gettare lo sguardo e comprendere ciò che vi è contenuto; dall’altro, una personalità strana, complessa e per certi versi inafferrabile.
Il perché di questo sdoppiamento è iscritto nello spasmodico desiderio di Proust di essere amato, e nella conseguente esternazione dei suoi sentimenti in modo esagerato, sdolcinato, persino fastidioso. Ma il giovane Marcel si rivela una creatura straordinaria anche quando supera i limiti; l’amico e scrittore Fernand Gregh descrive perfettamente il motivo per cui i suoi eccessi gli venivano perdonati: «Non è soltanto questione di bellezza, di gentilezza, di spirito o di intelligenza: è tutto questo nello stesso tempo, cosa che lo rende mille volte più degno di essere amato che non le sue più geniali adulazioni».
G.O.
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