Ringraziamo Luigi Spagnolo e la Treccani per la recensione del libro di poesie di Gualberto Alvino: “Rethorica novissima”:
“Se Boncompagno da Signa voleva scrivere un trattato utile per i giuristi (non a caso pubblicato a Bologna, nel 1235), Alvino ha inteso, attraverso questa preziosa silloge, che prende le distanze dal testo latino posponendo l’acca del grecismo con umile autoironia, richiamare i poeti contemporanei al cimento lessicale, ovvero al cemento del verso. Fin dalla citazione in esergo, peraltro di un fine prosatore quale Marcel Proust, si sottolinea l’esigenza, per «ogni scrittore», «di farsi una sua lingua»; quella alviniana è mobile, ricca, policentrica, in grado di assegnare a ciascuna parola una sua pregnanza e un suo peso specifico nella compagine dell’opera. [continua...📜👀👇]”
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Recensione [Libri] 08/10/2023 12:00:00