🌱 In occasione della pubblicazione del nuovo romanzo di Carlo Kik Ditto, “Immacolata intercessione”, in libreria dal 4 novembre 2021, abbiamo intervistato per voi l’autore. Buona lettura.
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Come ti presenteresti, brevemente, ai lettori di Il ramo e la foglia edizioni?
Mi Chiamo Carlo Kik Ditto, sono un autore e giornalista napoletano ma di origini turche e spagnole. Nel 2016 decisi, quasi di impulso e senza farmi troppi problemi, di pubblicare il mio diario personale sul coming out, il mondo gay e le mie esperienze, in forma di romanzo; senza fare editing o apportare correzioni. Il titolo è: “La pecora rosa”. Il libro ebbe successo e mi fu affidata una rubrica LGBT, “L’angolo della pecora rosa” sulla testata senzalinea.it. Da lì in poi ho continuato a scrivere ed eccomi qui ora.
Da dove proviene il Kik del tuo pseudonimo, cosa vuole suggerire?
Kik è il modo in cui mi chiamava il mio ex compagno, sta per kikketto, un tipo piccolo di statura, almeno questa fu la sua spiegazione. L’ho aggiunto al mio nome perché Carlo Kik Ditto suonava bene.
Quali sono i tuoi autori di riferimento e le tue letture preferite?
Leggo di tutto, sono un lettore compulsivo. Credo che i libri tra di loro si parlino, e uno tira l’altro. I miei autori di riferimento sono: Banana Yoshimoto, Charles Bukowski, Amélie Nothomb, Virginie Despentes e il maestro Chuck Palahniuk. Quest’ultimo, in particolare, è il mio modello di riferimento più significativo. Tra gli autori italiani sono molto affascinato da Isabella Santacroce e Matteo B. Bianchi.
Come ti sei avvicinato alla scrittura e qual è stato il percorso, sia letterario sia interiore, che ti ha condotto a “Immacolata intercessione”?
Sono sempre stato un po’ nerd, ho sempre avuto un titolo sul comodino e tutt’oggi resto ore in libreria a guardare anche solo le copertine. Ho sempre scritto racconti e storielle senza mai pubblicarle. Poi con “La pecora rosa” è come se si fosse sbloccato qualcosa. È stato terapeutico raccontare di me senza freni. Pian piano però il riscontro positivo del pubblico e gli addetti ai lavori mi hanno indirizzato verso un modo di agire più professionale. Da lì ho cercato sempre di migliorare nella scrittura e nella produzione, fino ad arrivare a “Immacolata Intercessione”.
I due personaggi principali del tuo nuovo romanzo “Immacolata intercessione” sono il pornodivo Unicorn e la drag queen Shebop. Quale dei due ti rappresenta di più? Ti senti più Unicorn o Shebop?
Ah, bella domanda! Forse mi rappresenta più Unicorn, sono molto disinibito e il porno mi piace, ho posato nudo per dei fotografi e per un libro di beneficenza, ma, allo stesso tempo, sono introverso se si tratta di manifestare le mie emozioni. Sui social riesco più a mostrarmi mezzo nudo che a postare una foto di mia madre che non c’è più. A Shebop ruberei la forza d’animo e il guardaroba!
Visti i temi, anche religiosi, che emergono dal libro, non hai timore di attirarti gli strali di una certa parte di società per la quale la religione è intoccabile e appartiene solo a chi conduce un certo tipo di esistenza, benché solo di facciata?
Sì, succederà, ma la storia dei due protagonisti risponderà al posto mio. Certo, unire porno e religione sembra impossibile, ma spero di dimostrare il contrario. Si può essere cattolici, svolgere attività “trasgressive” e sentirsi perfettamente coerenti con sé stessi. La morale è un fatto soggettivo e Dio è al di sopra degli esseri umani. Invito le persone a non fermarsi al titolo, ma di leggere tutta la storia prima di giudicare.
Sei religioso, praticante? Cosa pensi degli “esclusi” dalla chiesa?
Sono religioso, timoroso del peccato, ma quello vero, ossia: ferire il prossimo, abbandonare un animale per strada. Non vado quasi mai in Chiesa però! La Chiesa è gestita da esseri umani che si sentono in dovere di etichettare come “diversi” chi non la pensa come loro. Ma di loro non mi preoccupo, come ho detto: Dio è al di sopra di tutti.
Ritieni che serva un “miracolo” affinché le famiglie arcobaleno possano essere pienamente riconosciute nel nostro Paese?
Servono le leggi, e per fare dei passi avanti anche dei miracoli! Purtroppo, facciamo un passo avanti e due indietro ma perché in Italia abbiamo il “potere politico” che ci rema contro. Da ragazzino non immaginavo nemmeno di potermi sposare o avere figli, ora è diverso.
Ti piacerebbe essere padre (o madre, o genitore)?
Sì, mi piacerebbe, e non escludo che spossa succedere anche da single; devo dire la verità, è un’idea che ultimamente mi passa spesso per la testa. Ora ti rispondo che sarei più indirizzato a adottare un bambino orfano, magari straniero, per dargli una famiglia.
A quali lettori è rivolto il tuo romanzo “Immacolata intercessione”?
A tutte le persone che credono nei miracoli, nella famiglia non tradizionale, nelle molteplici possibilità che la vita ci offre. Ai religiosi che vogliono espandere le proprie vedute. A chi piace il porno e la trasgressione e a chi vuole rivivere un pezzo degli anni ‘80. Insomma, a chi piacciono i romanzi divertenti, senza peli sulla lingua, carichi nei contenuti e nel linguaggio, ma con un messaggio forte di fondo: siamo tutti degni di vivere e di realizzare i nostri sogni.
Grazie Carlo.
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Notizie » L’editore intervista l’autore: Carlo Kik Ditto
Intervista [Autore] 01/11/2021 12:00:00