“La distinzione che io faccio tra cinema di prosa e cinema di poesia non è una distinzione di valore, ma è distinzione puramente tecnica: (se dovessi definire questa distinzione direi che) nel cinema di prosa i protagonisti come nei romanzi classici sono i personaggi, le loro storie, il loro ambiente. Nel cinema di poesia invece protagonista è lo stile, cioè nel cinema di prosa non si sente la macchina da presa, nel cinema di poesia si sente la macchina da presa. Esempio del primo tipo di film è John Ford, del secondo Godard. Il cinema finora è sempre stato soltanto il cinema, il ché significa che finora un autore di cinema è stato quasi costretto dalle circostanze a essere solo romanziere, da ora in poi può essere anche poeta” (Pasolini, Il cinema di poesia, intervista ripresa in RAI)
Nel cinema di poesia si sente la macchina da presa: nella prosa di poesia di Maraini si sente l’immaginario. È lui, l’immaginario, che esprime e svolge un’interiorità finora muta o inespressa.
Nel cinema di poesia protagonista è lo stile: nella prosa di poesia l’immaginario – lavorato materialmente – è la macchina di narrabilità del reale.
Dar voce a questo meccanismo, liberarlo, è ampliare, nutrire la nostra individualità in molteplicità di modi di essere. [continua...]
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Tratto dal saggio “Il tempo tessuto di Dio”, ritratto filosofico immaginario di Dacia Maraini in vari atti, di Margherita Pascucci. Scopri di più | acquista il libro 👇👀
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Notizie » Prosa di poesia
Proposta di lettura [Libri] 15/06/2021 18:00:00