«Una foto di fine anni Trenta: quattro giovani a Sestri Levante, i due maschi in divisa di avanguardisti. Sono i giovani e le giovani nati e cresciuti con il fascismo, la speranza di durata e crescita del regime che si innesta fatalmente sulla gioventù e ne colonizza i corpi, i giovani e le giovani italiani visti e magnificati da Brasillach in I sette colori (1939). Il momento della foto si spezzerà quasi subito, con la promulgazione delle leggi razziali (1939). Nascerà l’Ebreo come Nemico, e questa trasformazione antisemita troverà esito finale nella Carta di Verona, atto fondativo della Repubblica Sociale (1943). Gli ebrei italiani apparterranno a una nazione nemica e verranno rastrellati, internati e deportati in Germania. Anche quelli che, come il Samuele nella foto a Sestri Levante, hanno indossato con orgoglio la divisa di gioventù, camicia nera. Vittorio, l’altro avanguardista della foto, figlio di un gerarca, sarà percorso progressivamente da una crisi di coscienza e di distacco dal fascismo, che lo porterà a fare scelte estreme per la sua vita nel tentativo di aiutare Samuele e la sorella Miriam a fuggire verso la Svizzera con l’aiuto degli OSCAR, un gruppo di scout renitenti agli intruppamenti giovanili nella gioventù fascista... [continua a leggere la recensione di Paola Guazzo 👇👀]»

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