:: Ciao Sergio, sta per uscire con Il ramo e la foglia edizioni il tuo nuovo romanzo “Il colore delle foglie d’autunno”, potresti presentarti brevemente ai nostri lettori?
🎤 Parlare di sé è la cosa più difficile del mondo. Presentarsi vuol dire cominciare a mettersi a nudo. Sarebbe così bello e facile nello stringersi la mano, dire: “Piacere sono Sergio Sinesi, pensionato da oltre dieci anni, e lei cosa fa?” così da spostare l’attenzione sull’altro di fronte a te. È quello che facciamo noi timidi quando dobbiamo presentarci. Nella mia vita precedente ho vissuto in un altro mondo, quello industriale, nel quale ho ricoperto ruoli di responsabilità crescente. Sono una persona curiosa che ha sempre cercato di capire ciò che lo circonda. Cerco di non avere un tratto superficiale su ciò che colpisce la mia sensibilità, quindi mi attardo ad approfondire. “Conoscere ciò che si ama” è stata una regola di vita a cui mi sono sempre attenuto.
:: Perché scrivi, e in particolare romanzi?
🎤 La lettura è sempre stata presente nella mia vita. Nei momenti difficili, l’immersione in pagine amate o cercate per comprendere mi ha sempre aiutato. Ho iniziato a scrivere appena sono andato in pensione. Ho sentito il bisogno di lasciare traccia di me alle mie figlie attraverso i miei scritti. Ho iniziato scrivendo romanzi, e ho continuato scrivendo racconti per i quali ho ricevuto diversi riconoscimenti. Seguono anche poesie e filastrocche mai tentate di pubblicare, per le quali sto provando i primi timidi tentativi di partecipazione a concorsi.
:: Riguardo alle tue letture, quali sono gli autori o i titoli che ti hanno appassionato, che in qualche modo possono averti influenzato nella scrittura di questo romanzo?
🎤 Risposta difficile quando gli interessi sono molti e ci sono in giro autori veramente bravi. Tuttavia tendo sempre a non farmi prendere la mano nel leggere tutto di un autore, ma desidero scoprire nuove voci di cui leggo le recensioni sugli inserti dei quotidiani. La mia formazione letteraria è passata attraverso le letture classiche di scrittori italiani, russi, tedeschi, francesi, ma non vi è alcun primato per quel che mi riguarda, perché è l’insieme quel che conta e che favorisce la costruzione di un pensiero o di una personalità. Tra le mie letture, oltre ai romanzi, c’è molta saggistica, racconti e poesie. Leggere e scrivere poesie aiuta molto a smussare, a scavare per trovare la parola giusta. Ma se devo fare qualche nome, mi appassionano scrittori come Murakami Haruki, Mc Cormick, Carver, Dürenmatt, Kafka, Cechov, Fenoglio, Primo Levi, Baricco, Rigoni Stern. Ribadisco che questi autori sono passaggi del mio percorso: ti aiutano a mettere su una casa che non è mai finita. Se mi hanno aiutato nella scrittura di questo romanzo? Certamente tutti quelli che ho letto, aggiungo che nella lettura di un romanzo assimiliamo parole e viviamo situazioni immersive, tutto questo viene fuori inconsapevolmente quando ci mettiamo a scrivere.
:: Qual è lo stile compositivo a cui ti attieni?
🎤 Amo descrivere gli stati d’animo di qualsiasi personaggio che attraversi le mie storie e al contempo coi dialoghi descrivo il percorso che egli compie. Le mie storie partono da ciò che conosco, dai dubbi e dagli interrogativi che ho con me stesso per affidarli a un mio alter-ego che normalmente è il protagonista del libro affinché li affronti.
:: Cosa ti ha spinto a scrivere “Il colore delle foglie d’autunno”? Perché questo titolo? Quali sono i temi che tratti?
🎤 La Seconda guerra mondiale con le sue dittature, il dramma vissuto da molti dei nostri connazionali e no, è un polo che mi ha sempre attratto. I miei romanzi, in un modo o nell’altro, contengono elementi o situazioni che si rifanno a quel periodo. Ho voluto in questo caso raccontare la storia di Vittoria, una giovane ragazza che scopre, quasi trentenne, la verità sulla fine di suo padre Samuele. Una fine segnata, lei così pensava, dalla scomparsa del suo migliore amico. La realtà sarà diversa, come si scoprirà leggendo.
Il racconto parte dal 1989 anno della caduta del muro di Berlino e risale attraverso il racconto di Clara, madre di Vittoria, al periodo fascista e a quello delle leggi razziali del 1938. Vittoria verrà a conoscenza della storia di suo padre, in fuga verso la Svizzera con la sua famiglia, in quanto ebrei, accompagnati dal suo amico Vittorio. Verranno catturati in prossimità del confine (solo Samuele si salverà per un voluto malinteso) e portati nei campi di concentramento. Il gomitolo di storie che sua madre dipana, porterà Vittoria ad approfondire e a mettersi sulle tracce dello zio, a partire dalla Svizzera sino alla Germania dell’Est.
Samuele era un bravo disegnatore e tra le cose che lei si ritroverà saranno pagine di acquerelli con i cromatismi delle foglie d’autunno.
“Viviamo nell’autunno delle idee per diventare foglie secche e nere”. Il colore delle foglie d’autunno ci ricorda i passaggi della nostra esistenza, la memoria di questi passaggi deve rimanere in noi, quasi avesse una corporeità, quasi come la percepiamo nei sopravvissuti all’Olocausto. Contrariamente a quel che si pensa le piante in autunno danno un messaggio di vita, e quei colori che ci stupiscono per la loro bellezza sono memoria del tempo e annunciano il riposo, la riflessione, la quiete di cui ogni essere ha bisogno.
:: Quanto tempo hai impiegato per scrivere questo libro? Ci racconti la sua genesi?
🎤 Ho iniziato a scrivere questo libro a gennaio del 2020 e l’ho terminato dopo un anno esatto, a cui sono seguiti sei/otto mesi di correzioni e revisioni. Nel precedente romanzo, “Il segreto di Lübeck”, c’erano di mezzo Bach e un violoncello. In questo caso, Vittoria suona il violoncello e fa parte del quartetto Alma. Insieme al suo gruppo suona prevalentemente i quartetti di Schubert. Alcuni testi dei Lied di Schubert entrano in questo racconto e fanno riflettere la protagonista. Dico questo per dire che ho dovuto approfondire la conoscenza di questo grande musicista.
:: Che cosa ti aspetti da questa pubblicazione?
🎤 Se ci riferiamo al lettore, spero che sorga in lui il desiderio di approfondire la nostra storia, per comprendere le ragioni del male che è stato fatto e per comprendere le ragioni del male che si continua a fare nelle guerre di oggi sempre più potenti e distruttive.
Se ci riferiamo alle vendite, spero che incontri il favore dei lettori, e sapere che ciò che scrivi piace è una grande soddisfazione.
Credo, tuttavia, che l’obbiettivo di qualsiasi libro sia far diventare la gente migliore. Da vecchio idealista mi accontenterei d’averlo raggiunto.
:: Ci sono dei lettori a cui pensi che il libro possa particolarmente interessare?
🎤 Penso a quei lettori che amano la storia del secolo appena trascorso o a coloro che si interfacciano quotidianamente, attraverso lo studio o la realtà, con la sofferenza di chi ha subito un torto; spero che vengano spronati a interrogarsi e approfondire, non solo, come potrebbero fare abitualmente attraverso studi o saggi, ma attraverso la libertà di un romanzo. Ad ogni buon conto, giovani studenti, potrebbero essere i lettori ideali.
:: Cosa può convincere un lettore incerto a leggerti?
🎤 Nonostante i temi che affronta credo che sia una lettura coinvolgente, raccontata con la forza di chi vuol capire il passato e anche il presente. Riconoscersi nei dubbi di Vittoria, nel suo desiderio di riuscire nella vita, nella sua voglia di scoprire verità indigeste, può essere stimolante.
:: Hai qualcosa da aggiungere?
🎤 Sì. Innanzitutto grazie per avermi letto. E grazie agli editori di Il ramo e la foglia di avermi dato questa opportunità. Vorrei invitare tutti ad amare la lettura, perché la lettura è conoscenza e attraverso essa diventiamo migliori. E la conoscenza, come diceva uno storico psicanalista, insieme all’amore è una delle fonti della nostra vita. Un grande abbraccio.
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Intervista [Libri] 22/01/2025 12:00:00