«Ci sono due modi sostanzialmente di fare poesia oggi: l’accumulo o la sottrazione, il battere o il levare. Sono due vie ugualmente rispettabilissime. Nel caso dell’accumulo si tenta di giungere a quello che Luzi chiamava “lo zenit della significazione”, ovvero si cerca di avvicinarsi il più possibile con il proprio significante al significato. Nel caso della sottrazione, come in questo libro, si cerca la sintesi per approdare alla sostanza ultima, al sostrato noumenico della realtà e dell’umanità. In questo bel libro l’autore è riuscito sapientemente a sottrarre, senza essere sentenzioso e apodittico. Il poeta non postula, non teorizza. Sono liriche brevi ma molto pregnanti e significative. Con esito felice giunge a un lirismo compiuto e genuino. [continua a leggere la recensione di Davide Morelli👇👀]»

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