«Se camminare fa troppo rumore, in una stanza troppo silenziosa, con una finestra troppo alta che è impossibile guardare fuori, allora ci si guarda dentro come mai prima, e in quel prima si scava, e si aprono scatole piene di manchevolezze, di ricordi eloquenti, di sogni ammuffiti, scatole appena schiuse, o spalancate su istanti di gioia, scrigni difficili da aprire che custodiscono luoghi, luoghi che hanno tradito o che hanno segreti ancora da svelare, case passate, isole, fiumi, parchi da correre, lenzuola tarmiche che sanno di morte, e odori - intimi: di dopobarba, materni: un misto di biscotti e lacca per capelli, penetranti come l’umidità che sale lungo le pareti e nelle ossa - e rumori - violenti come le botte da tacere, le porte che sbattono, le sedie lanciate nel corridoio, i piatti rotti... e il rumore del tornio: la speranza di un domani migliore che non si ferma nemmeno la notte. [continua a leggere la recensione di Lia Amen 👇👀]»



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