«Ho abortito non volendo abortire, ho amato il mio bambino non nato e mi sono assunta la responsabilità di ogni parola scritta e a lui dedicata. Responsabilità prese per due, anche per l’uomo pericoloso e violento che è scomparso quando ha saputo della gravidanza (…) Questo piccolo sasso gettato in uno stagno, spero possa raggiungere altre donne che vivono le stesse contraddizioni, per dire loro: va tutto bene. Ed è anche la provocazione di una pianista classica sul ruolo dell’arte oggi, al quale tutti noi artisti abbiamo abdicato, per gettarci, ciechi, nelle logiche di mercato. Eppure l’arte salva, l’arte è fede per il credente e il non credente». Maria Cefalà
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Notizie » Voce del NordEst: Canzoni per il mio utero
Recensione [Libri] 28/05/2024 12:00:00