Marco Colletti: Non c’è scienza senza immaginazione e tanto meno poesia. Entrambe concorrono attraverso di essa allo svelamento della realtà.
Roberto Maggiani: L’immaginazione è guida del poeta come dello scienziato. Nella fisica contemporanea l’immaginazione gioca un ruolo fondamentale. I fisici, dall’inizio del Novecento in poi, devono affrontare la realtà a un livello molto lontano dal senso comune, devono lavorare di fantasia, usando come guida la matematica e le osservazioni (gli esperimenti) per non perdersi nell’irreale. Ebbene, anche per il poeta è così: immaginazione per vedere ciò che ancora non si vede, perché velato dal reale; ma l’immaginazione deve essere coadiuvata dall’intelligenza, per non perdersi nella banalità. A tale proposito, nel libro c’è un esergo tratto dallo Zibaldone di Giacomo Leopardi: «L’anima s’immagina quello che non vede, che quell’albero, quella siepe, quella torre gli nasconde, e va errando in uno spazio immaginario, e si figura cose che non potrebbe, se la sua vista s’estendesse per tutto, perché il reale escluderebbe l’immaginario».
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Intervista [Libri] 08/05/2024 12:00:00